Nuovi assetti geopolitici nel mercato delle traduzioni
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Mar 21, 2022

Premetto che questo post sta a ideologie politiche come la panna nella carbonara.
Io non voto dal 1994, poi si possa anche condividere o meno ma dopo anni in edilizia in cui mi interessavo di grandi commesse e avendo avuto a che fare con amministrazioni di tutti i colori ho capito che una valeva l’altra.

Invece, la mia attenzione è rivolta alle prospettive di lavoro nel mercato delle traduzioni e agli scenari che si consolidano; non dicono si configurano/demarcano perché a
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Premetto che questo post sta a ideologie politiche come la panna nella carbonara.
Io non voto dal 1994, poi si possa anche condividere o meno ma dopo anni in edilizia in cui mi interessavo di grandi commesse e avendo avuto a che fare con amministrazioni di tutti i colori ho capito che una valeva l’altra.

Invece, la mia attenzione è rivolta alle prospettive di lavoro nel mercato delle traduzioni e agli scenari che si consolidano; non dicono si configurano/demarcano perché ad uno sguardo attento le dinamiche in atto erano già ben chiare da lungo tempo, la trasformazione si stanno solo velocizzando.
La deriva a oriente.
È chiaro che questi aspetti pesano quasi esclusivamente sul segmento delle traduzioni tecniche che seguono di risulta il posizionamento dei centri di produzione, il mercato e il commercio.
Con i tragici eventi in atto questi giorni si sta sempre più delineando lo spostamento degli assi che era stato avviato da Pechino oltre 30 anni fa, l’avvio del programma del modello di crescita Cinese e le politiche messe in atto. Obiettivo 2050 Cina prima superpotenza mondiale. Ma questo avverrà molto prima. Oggi è sotto gli occhi di tutti e se non vi eravate accorti non siete stati attenti. Sarà sempre più presente un asse orientale che sarà il traino dell’occidente il quale perderà i riferimenti valutari, il potere commerciale ed economico-strategico.
Nel merito, questo influisce nel volume di assegnazioni degli incarichi, nel posizionamento della committenza, nel perfezionamento o meno di alcuni sistemi/software di traduzione, nelle misure che devono adottare i traduttori tecnici per seguire il mercato?
Facendo seguito a discussioni frammentate sempre su queste pagine riguardo questo argomento è chiaro che sempre più, oggi, ci si deve orientare e fare i conti con quelli che sono i nuovi assetti. I vecchi attori attualmente hanno solo un mercato residuale e questo sarà sempre più accentuato.
Questi fattori determino una compressione del mercato attuale o nuove possibilità di lavoro? beh, io ho un’idea ben precisa e cioè che bisogna avere chiari gli obiettivi e cogliere le nuove opportunità di lavoro. Per quanto riguarda le traduzioni tecniche, come ho sempre detto ultimamente, relativamente al comparto ENG-ITA questa modifica degli assetti produrrà a mio avviso, come tutt’ora in corso, sempre più opportunità di lavoro.
Il concetto in forma grafica è molto semplice.
Cina come mercato di riferimento → il mercato cinese traduce volutamente esclusivamente in lingua inglese (poi spiego per quale motivo) → i testi sorgente in inglese devono essere tradotti per la regione geografica del mercato di riferimento, ITA nel nostro caso.
Di conseguenza un maggior volume di incarichi di traduzioni tecniche ENG-ITA.
Da questo assunto si possono fare considerazioni, approvare o dissentire.
Ci sono una serie di fattori ulteriori da approfondire che ampliano il discorso. Ad esempio:
1) Nuovi mercati coinvolti. Vedi la nuova rete commerciale OBOR che coinvolge lo sviluppo di 120 paesi, Europa, Medio Oriente, Nord Africa. Se andiamo a considerare gli investimenti in sviluppo di reti che Pechino ha avviato da oltre 30 anni si capisce perché questo modello è inarrestabile. Oggi non solo i mercati orientali sono diventati i maggiori produttori, ma hanno anche la proprietà delle reti commerciali e controllano tutto con una politica aggressiva di conquista di nuovi paesi. Ordine tramite rete internet cinese, logistica tramite reti di infrastrutture create con investimenti cinesi e compagnie di spedizione cinesi, tracciamento tramite sistema satellitare cinese. Questo oltre interessare la conquista dei mercati tradizionali riguarda anche la creazione di nuovi mercati prima inesistenti. Pechino sta investendo da anni per la creazione di nuovi mercati, ad esempio attualmente in 52 paesi dell’Africa. Ma l’approccio è completamente diverso dalla politica di puro sfruttamento che ha applicato sempre l’occidente cercando di prosciugare tutto a suo vantaggio. Il loro approccio è una partnership commerciale all’interno dei governi facendo fluire una quantità di denaro impensabile per infrastrutture e diventando un valido supporto per l’economia locale. Chiaramente se non sviluppi non cresce niente e non puoi cogliere i frutti a lungo termine. È inutile come abbiamo sempre fatto noi che arrivi, cogli i frutti presenti e lasci il nulla. Il loro modello di sviluppo e crescita è sempre stato l’unico correttamente sensato. Sono 30 anni che hanno avviato questi processi.
2) Voluto isolamento della sfera orientale e dei sistemi proprietari che non devono dialogare con il mondo esterno. Un esempio è il sistema di posizionamento globale BeiDou (BDS) che sopperisce ai tracciamenti GPS con tanto di rete satellitare dedicata. Per non parlare della tecnologia internet cinese e Baidu che già filtra le informazioni e che sarebbe in grado di non dialogare più con l’esterno in qualsiasi momento diventando un sistema chiuso; si potrebbero disconnettere in qualsiasi momento lasciando hub di accesso unidirezionali solo per le informazioni che interessa condividere e qui dopo sono problemi nostri, non è come attualmente con la Russia. Le software house già producono applicativi per tutti i settori in modo da avere software proprietari solo per il mercato locale. I cinesi non utilizzano word o excel e i sistemi di codifica sono completamente differenti. Questo influisce pesantemente ad esempio sul discorso di sviluppo delle reti neurali e traduzione automatica. Ai cinesi, diversamente dal Giappone e mandarino, non interessa sviluppare reti neurali che dialogano con il mondo esterno. Nonostante le decadi passate abbiano mostrato enormi progressi in questo campo per la maggior parte delle lingue, ancora oggi non esistono dataset cinesi completi con consentono uno sviluppo di algoritmi e non c’è nessuna volontà o contributo per crearli. Ad esempio in India, per il bengali o hindi questo è completamente diverso. Senza voler poi considerare quelli che sono i problemi semantici e traslitterazione per lo sviluppo di un modello basato sulla lingua cinese.
I prodotti che i cinesi vogliono commercializzare vengono tradotti in casa, in inglese in azienda poi tutti i problemi linguistici, formattazioni e quanto incomprensibile li risolvi tu. La modifica in atto dalle reti neurali che stanno soppiantando il normale mercato delle traduzioni è vera per i mercati tradizionali ma avrà uno sviluppo molto lento per il mercato cinese.
Per cui non è vero che la figura del traduttore diverrà sempre più marginale, il contrario.
Questo è volutamente un mondo a parte. Ti mandano il loro manuale in inglese poi sono problemi tuoi.
Ben venga e che continui in questo modo. Siamo molto contenti che non vogliono imparare a tradurre i loro manuali.
3) Pesante modifica in atto di tutti i riferimenti terminologici del vocabolario tecnico.
Essendo attualmente prodotto tutto nei mercati orientali la terminologia tecnica sta subendo una pesante revisione e le cose/prodotti/dispositivi/sistemi non si chiamano più come di consueto ma è nata e si sta diffondendo la terminologia tecnica Chinglish.
Oggi da parte del traduttore è necessario ridefinire tutti i parametri e fare un’approfondita revisione terminologica incarico per incarico. Quello che prima si chiamava in un modo ora si chiama diversamente. Un elettrofreno prodotto in America si chiama in un modo, in Cina adottano una terminologia tutta loro e questa deve essere individuata, approfondita e assimilata perché tra poco la ditta in America sarà chiusa e rimarrà solo la ditta cinese a produrre questo componente.
La terminologia chinglish sta stravolgendo tutti i dizionari tecnici consolidati.

Si deve uscire dalla logica commerciale internazionale e pensare che loro puntano ad una componente intranazionale che esporta in tutto il mondo. Beh! Noi facciamo i traduttori e possiamo solo dire grazie…
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Emanuele Vacca
 
Giuseppe C.
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Analisi condivisibile a meno di un'incognita Mar 21, 2022

La tua analisi dela situazione è condivisibile, ma resta una variabile attualmente "impazzita": tutto ciò a qualcuno a Washington non sta per nulla bene.
E i fatti di questo periodo non sono altro che il risultato di questa situazione.
La Cina avrà il suo posto sul podio se, e solo se, l'assetto che va delineandosi potrà realizzarsi senza scossoni ben più pesanti di quelli a cui stiamo assistendo.
La fine del dollaro come valuta di riserva sostitutiva dell'oro non sarà
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La tua analisi dela situazione è condivisibile, ma resta una variabile attualmente "impazzita": tutto ciò a qualcuno a Washington non sta per nulla bene.
E i fatti di questo periodo non sono altro che il risultato di questa situazione.
La Cina avrà il suo posto sul podio se, e solo se, l'assetto che va delineandosi potrà realizzarsi senza scossoni ben più pesanti di quelli a cui stiamo assistendo.
La fine del dollaro come valuta di riserva sostitutiva dell'oro non sarà digerita a cuor leggero e la situazione commerciale, da te perfettamente prevista, nemmeno, e ancora meno la supremazia economica e militare.
E' possibile che la saggezza tipica della cultura cinese riesca a gestire il tutto e costruire anche in occidente la sensazione win-win che la Cina prospetta attualmente ai Paesi in via di sviluppo, ma a mio parere la cultura occidentale e quella orientale non sono ancora in grado di dialogare altrettanto serenamente.
Tuttavia spero che ce la facciano e si impongano come ispiratori di un vero "nuovo ordine mondiale" che tenga conto delle esigenze di tutti, anche se la loro attuale classe politica non è esattamente tra le più comprensive.
Lo spero soprattutto per i nostri figli e i figli dei nostri figli e tutti coloro che verranno dopo di me.


NFtranslations wrote:

Premetto che questo post sta a ideologie politiche come la panna nella carbonara.
Io non voto dal 1994, poi si possa anche condividere o meno ma dopo anni in edilizia in cui mi interessavo di grandi commesse e avendo avuto a che fare con amministrazioni di tutti i colori ho capito che una valeva l’altra.

Invece, la mia attenzione è rivolta alle prospettive di lavoro nel mercato delle traduzioni e agli scenari che si consolidano; non dicono si configurano/demarcano perché ad uno sguardo attento le dinamiche in atto erano già ben chiare da lungo tempo, la trasformazione si stanno solo velocizzando.
La deriva a oriente.
È chiaro che questi aspetti pesano quasi esclusivamente sul segmento delle traduzioni tecniche che seguono di risulta il posizionamento dei centri di produzione, il mercato e il commercio.
Con i tragici eventi in atto questi giorni si sta sempre più delineando lo spostamento degli assi che era stato avviato da Pechino oltre 30 anni fa, l’avvio del programma del modello di crescita Cinese e le politiche messe in atto. Obiettivo 2050 Cina prima superpotenza mondiale. Ma questo avverrà molto prima. Oggi è sotto gli occhi di tutti e se non vi eravate accorti non siete stati attenti. Sarà sempre più presente un asse orientale che sarà il traino dell’occidente il quale perderà i riferimenti valutari, il potere commerciale ed economico-strategico.
Nel merito, questo influisce nel volume di assegnazioni degli incarichi, nel posizionamento della committenza, nel perfezionamento o meno di alcuni sistemi/software di traduzione, nelle misure che devono adottare i traduttori tecnici per seguire il mercato?
Facendo seguito a discussioni frammentate sempre su queste pagine riguardo questo argomento è chiaro che sempre più, oggi, ci si deve orientare e fare i conti con quelli che sono i nuovi assetti. I vecchi attori attualmente hanno solo un mercato residuale e questo sarà sempre più accentuato.
Questi fattori determino una compressione del mercato attuale o nuove possibilità di lavoro? beh, io ho un’idea ben precisa e cioè che bisogna avere chiari gli obiettivi e cogliere le nuove opportunità di lavoro. Per quanto riguarda le traduzioni tecniche, come ho sempre detto ultimamente, relativamente al comparto ENG-ITA questa modifica degli assetti produrrà a mio avviso, come tutt’ora in corso, sempre più opportunità di lavoro.
Il concetto in forma grafica è molto semplice.
Cina come mercato di riferimento → il mercato cinese traduce volutamente esclusivamente in lingua inglese (poi spiego per quale motivo) → i testi sorgente in inglese devono essere tradotti per la regione geografica del mercato di riferimento, ITA nel nostro caso.
Di conseguenza un maggior volume di incarichi di traduzioni tecniche ENG-ITA.
Da questo assunto si possono fare considerazioni, approvare o dissentire.
Ci sono una serie di fattori ulteriori da approfondire che ampliano il discorso. Ad esempio:
1) Nuovi mercati coinvolti. Vedi la nuova rete commerciale OBOR che coinvolge lo sviluppo di 120 paesi, Europa, Medio Oriente, Nord Africa. Se andiamo a considerare gli investimenti in sviluppo di reti che Pechino ha avviato da oltre 30 anni si capisce perché questo modello è inarrestabile. Oggi non solo i mercati orientali sono diventati i maggiori produttori, ma hanno anche la proprietà delle reti commerciali e controllano tutto con una politica aggressiva di conquista di nuovi paesi. Ordine tramite rete internet cinese, logistica tramite reti di infrastrutture create con investimenti cinesi e compagnie di spedizione cinesi, tracciamento tramite sistema satellitare cinese. Questo oltre interessare la conquista dei mercati tradizionali riguarda anche la creazione di nuovi mercati prima inesistenti. Pechino sta investendo da anni per la creazione di nuovi mercati, ad esempio attualmente in 52 paesi dell’Africa. Ma l’approccio è completamente diverso dalla politica di puro sfruttamento che ha applicato sempre l’occidente cercando di prosciugare tutto a suo vantaggio. Il loro approccio è una partnership commerciale all’interno dei governi facendo fluire una quantità di denaro impensabile per infrastrutture e diventando un valido supporto per l’economia locale. Chiaramente se non sviluppi non cresce niente e non puoi cogliere i frutti a lungo termine. È inutile come abbiamo sempre fatto noi che arrivi, cogli i frutti presenti e lasci il nulla. Il loro modello di sviluppo e crescita è sempre stato l’unico correttamente sensato. Sono 30 anni che hanno avviato questi processi.
2) Voluto isolamento della sfera orientale e dei sistemi proprietari che non devono dialogare con il mondo esterno. Un esempio è il sistema di posizionamento globale BeiDou (BDS) che sopperisce ai tracciamenti GPS con tanto di rete satellitare dedicata. Per non parlare della tecnologia internet cinese e Baidu che già filtra le informazioni e che sarebbe in grado di non dialogare più con l’esterno in qualsiasi momento diventando un sistema chiuso; si potrebbero disconnettere in qualsiasi momento lasciando hub di accesso unidirezionali solo per le informazioni che interessa condividere e qui dopo sono problemi nostri, non è come attualmente con la Russia. Le software house già producono applicativi per tutti i settori in modo da avere software proprietari solo per il mercato locale. I cinesi non utilizzano word o excel e i sistemi di codifica sono completamente differenti. Questo influisce pesantemente ad esempio sul discorso di sviluppo delle reti neurali e traduzione automatica. Ai cinesi, diversamente dal Giappone e mandarino, non interessa sviluppare reti neurali che dialogano con il mondo esterno. Nonostante le decadi passate abbiano mostrato enormi progressi in questo campo per la maggior parte delle lingue, ancora oggi non esistono dataset cinesi completi con consentono uno sviluppo di algoritmi e non c’è nessuna volontà o contributo per crearli. Ad esempio in India, per il bengali o hindi questo è completamente diverso. Senza voler poi considerare quelli che sono i problemi semantici e traslitterazione per lo sviluppo di un modello basato sulla lingua cinese.
I prodotti che i cinesi vogliono commercializzare vengono tradotti in casa, in inglese in azienda poi tutti i problemi linguistici, formattazioni e quanto incomprensibile li risolvi tu. La modifica in atto dalle reti neurali che stanno soppiantando il normale mercato delle traduzioni è vera per i mercati tradizionali ma avrà uno sviluppo molto lento per il mercato cinese.
Per cui non è vero che la figura del traduttore diverrà sempre più marginale, il contrario.
Questo è volutamente un mondo a parte. Ti mandano il loro manuale in inglese poi sono problemi tuoi.
Ben venga e che continui in questo modo. Siamo molto contenti che non vogliono imparare a tradurre i loro manuali.
3) Pesante modifica in atto di tutti i riferimenti terminologici del vocabolario tecnico.
Essendo attualmente prodotto tutto nei mercati orientali la terminologia tecnica sta subendo una pesante revisione e le cose/prodotti/dispositivi/sistemi non si chiamano più come di consueto ma è nata e si sta diffondendo la terminologia tecnica Chinglish.
Oggi da parte del traduttore è necessario ridefinire tutti i parametri e fare un’approfondita revisione terminologica incarico per incarico. Quello che prima si chiamava in un modo ora si chiama diversamente. Un elettrofreno prodotto in America si chiama in un modo, in Cina adottano una terminologia tutta loro e questa deve essere individuata, approfondita e assimilata perché tra poco la ditta in America sarà chiusa e rimarrà solo la ditta cinese a produrre questo componente.
La terminologia chinglish sta stravolgendo tutti i dizionari tecnici consolidati.

Si deve uscire dalla logica commerciale internazionale e pensare che loro puntano ad una componente intranazionale che esporta in tutto il mondo. Beh! Noi facciamo i traduttori e possiamo solo dire grazie…
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Maria Teresa Pozzi
Maria Teresa Pozzi  Identity Verified
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Una battuta semplicistica Mar 21, 2022

Speriamo almeno che i testi saranno tradotti decentemente dal cinese all'inglese altrimenti avremo a che fare con le traduzioni astruse e incomprensibili che si incontrano ogni tanto.

 
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Direi Mar 21, 2022

Maria Teresa Pozzi wrote:

Speriamo almeno che i testi saranno tradotti decentemente dal cinese all'inglese altrimenti avremo a che fare con le traduzioni astruse e incomprensibili che si incontrano ogni tanto.


Sempre!


 
Davide Fezzardi
Davide Fezzardi  Identity Verified
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Quali sono le fonti? Mar 21, 2022

NFtranslations wrote:

Ma l’approccio è completamente diverso dalla politica di puro sfruttamento che ha applicato sempre l’occidente cercando di prosciugare tutto a suo vantaggio. Il loro approccio è una partnership commerciale all’interno dei governi facendo fluire una quantità di denaro impensabile per infrastrutture e diventando un valido supporto per l’economia locale.



Buongiorno,
avverto che faccio una domanda che ha poco a che fare con la traduzione ma basata sulla curiosità suscitata dall'affermazione relativa all'approccio cinese in Africa.
Su cosa si basa quell'affermazione? Sull'esperienza diretta? oppure hai per caso fonti che puoi condividere qui?
Grazie
Davide


 
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In merito a Mar 21, 2022

Davide Fezzardi wrote:
Quali sono le fonti?

Sono stato avanti e indietro in Africa per 5/6 mesi per motivi di lavoro.

Ti posso garantire che quello che avviene qui
https://inchieste.ilgiornaledellarchitettura.com/building-export-la-cina-alla-campagna-dafrica/
è la parassi e modello di sviluppo cinese per i 52 paesi dell'Africa che ho citato.
Buon lavoro

AGGIUNGO
Fino a 10/15 anni fa in Africa a scuola si insegnava la lingua locale e l'inglese. Oggi in moltissime regioni l'inglese è stato soppiantato dal cinese.
In Nigeria "Pechino" ha comprato centinaia di ettari di foresta e al 2010 stavano costruendo, da nuovo, diverse città per ospitare milioni di cinesi.

[Modificato alle 2022-03-21 12:05 GMT]


 
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In merito a fonti: Mar 21, 2022

https://www.raiplay.it/video/2022/03/La-Cina-come-via-della-pace---Presa-diretta---Puntata-del-14032022-919fb9d2-e8e5-4493-9e49-931e42af9890.html

Dal minuto 0:46 nello specifico...

ma tutta la puntata è molto interessante.


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Esattamente Mar 21, 2022

Translation_Wow wrote:

https://www.raiplay.it/video/2022/03/La-Cina-come-via-della-pace---Presa-diretta---Puntata-del-14032022-919fb9d2-e8e5-4493-9e49-931e42af9890.html

Dal minuto 0:46 nello specifico...

ma tutta la puntata è molto interessante.


Ma il nocciolo viene a 12:19 e ti garantisco che chi non si era accorto da 10/20 anni a questa parte non è stato uno spettatore attento.
Preciso invece, ad integrazione della data citata nel video (2013), che molte iniziative sono state avviate già dal lontano 1993.
Saluti

RIEDITO
Preciso che delle questioni politiche non ci può fregare di meno ma chiaramente le implicazioni che comportano influiscono sulle nostre scelte, orientamenti e decisioni che riguardano il mondo del mercato delle traduzioni. L'oggetto del discorso.
Nuovamente saluti

[Modificato alle 2022-03-21 12:55 GMT]


 
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Scusa il crossing non è mia intenzione Mar 24, 2022

Davide Fezzardi wrote:

NFtranslations wrote:

Ma l’approccio è completamente diverso dalla politica di puro sfruttamento che ha applicato sempre l’occidente cercando di prosciugare tutto a suo vantaggio. Il loro approccio è una partnership commerciale all’interno dei governi facendo fluire una quantità di denaro impensabile per infrastrutture e diventando un valido supporto per l’economia locale.



Buongiorno,
avverto che faccio una domanda che ha poco a che fare con la traduzione ma basata sulla curiosità suscitata dall'affermazione relativa all'approccio cinese in Africa.
Su cosa si basa quell'affermazione? Sull'esperienza diretta? oppure hai per caso fonti che puoi condividere qui?
Grazie
Davide


Invece, ad abundantiam, volevo chiarire che tecnicamente questo aspetto che non è chiaro si chiama "politiche coloniali".
Forse ora il termine ti ricorda qualcosa...


 


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